Parco dei Mostri di Bomarzo
Nella Tuscia c’è un luogo incantato, uno di quei posti che trovano spazio nella fantasia dei bambini o nei racconti fiabeschi. È il Sacro Bosco, conosciuto da tutti però come Parco dei Mostri.
Si tratta di un complesso monumentale di grande valore artistico-culturale che si estende su 3 ettari, racchiuso in una foresta di conifere e latifoglie.
Si trova a Bomarzo, alle falde del Monte Cimino, in provincia di Viterbo.
La peculiarità di questo parco sono le statue scolpite nel peperino che affiorano dal terreno. Una passeggiata suggestiva fino all’inverosimile fra divinità, figure mitologiche grottesche e sculture ricoperte di muschio.
Il giardino venne progettato dall’architetto Pirro Logorio nel 1552, su commissione del Principe Pier Francesco Orsini, conosciuto anche come Vicino. È dunque uno spettacolare giardino manierista, che però costituisce un unicum nella tradizione dei giardini all’italiana del periodo. Qui non troviamo le fontane con giochi d’acqua, le forme geometriche e le ampie terrazze che caratterizzano lo stile di Villa Lante.
Si procede con una mappa, seguendo l’itinerario segnalato, passando accanto a iscrizioni incise nella pietra e a statue misteriose e dalla presenza enigmatica, con l’unico scopo di sorprendere e confondere il visitatore. Alcuni suppongono il percorso fosse di matrice alchemica.
Il percorso del Parco dei Mostri:
Ecco le statue e le figure mitologiche che costellano il percorso.
Le sfingi sono i primi mostri in cui ci si imbatte e si trovano all’ingresso, a guardia del parco.
Proteo è una specie di orco dalla bocca spalancata e dall’espressione mostruosamente furiosa. Sul suo capo si trova un globo di pietra. La sua posizione, perfettamente incastonata nella natura, dà l’impressione di emergere direttamente dal terreno.
Ci si imbatte poi nel Mausoleo, un mascherone in stile etrusco. Seguono Ercole e Caco, le statue più grandi di tutto il parco. Rappresentano la lotta fra due giganti.
La tartaruga e la balena, che emerge dal terreno. Sul guscio della testuggine poggia la statua di una Nike.
Si arriva poi alla Fontana di Pegaso.
Percorrendo oltre la scultura di Pegaso, si giunge a una grande vasca, decorata con le figure di tre Grazie e tre ninfe. Ad est di trova la figura di Venere, che poggia su una conchiglia.
Il teatro è una riproduzione di stile classico. Vi sono anche delle panche in peperino.
Venere su conchiglia
Teatro
La casa pendente è stata costruita su un masso inclinato. L’effetto che si ha entrando in questa dimora è di disorientamento.
Si giunge al piazzale dei vasi con le torreggianti figure di Nettuno e della Ninfa dormiente.
Nettuno
Ninfa dormiente
Cerere appare nel suo aspetto giunonico con un cesto di spighe poggiato sulla testa.
L’elefante con la torre sulla sua schiena e un legionario romano nella proboscide, quasi a volerlo stritolare.
Il drago (vedi immagine in evidenza) dalla forma rettiliforme, intento a combattere contro tre animali, oggi non più riconoscibili.
L’orco è la figura più celebre, il simbolo del Parco dei Mostri. La sua bocca racchiude una camera scavata nel tufo con panca e tavolo.
Altre statue sono: il vaso gigante, la panca etrusca e l’ariete, che però è quasi irriconoscibile. Poi Proserpina, Cerbero e il piazzale delle pigne.
Piazzale delle pigne
Altre figure che decorano questa area sono Echidna, la Furia e i leoni, molto vicine le une alle altre. Echidna è una donna con due code di serpente al posto delle gambe. Davanti a lei le figure di due leoni. Il leone fa parte anche dello stemma di Viterbo. Più in là si trova la Furia, una donna raffigurata con coda e ali di drago.
Il tempio ha un aspetto singolare perché qui si fondono lo stile classico e rinascimentale. Fu costruito venti anni dopo il completamento del parco, in onore della seconda moglie del principe Orsini.
Qui si trova un ampio prato, su cui è possibile sostare e godersi un po’ di sole. È vietato fare i pic nic, ma nel parco c’è un’area organizzata con tavolini di legno.
Questo parco è stato rivalutato da intellettuali come Wolfgang von Goethe e Salvador Dalì.
Il costo del biglietto è di €10, un po’ caro, ma dobbiamo considerare che la manutenzione è complicata e richiede l’impiego di molte risorse economiche.
Alcune di queste foto sono stata scattate da mia sorella Arianna Lazzareschi Belloni con Canon EOS 500D e iPhone 6S
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- May 5, 2016
- 4 Comments
- giardini, natura, parco
Lucrezia & Stefano - In World's Shoes
Maggio 5, 2016Veramente bellissimo, affascinante! Io lo visitai ormai più di 3 anni fa con i miei genitori in piena estate, sotto un sole decisamente bollente ma nonostante tutto ne ho un ricordo vivido e bello! Ho anche io la foto di rito all'interno della bocca dell'orco! :)
Brava come sempre Eli! <3
Eliana Lazzareschi Belloni
Maggio 6, 2016Pensa che io, invece, ci sono stata per la prima volta proprio qualche settimana fa.
Un abbraccio
Chiara Paglio
Maggio 6, 2016In provincia di Viterbo c'è troppo da vedere. Ma sai che non sapevo che il parco di Bomarzo fosse così vicino a me, prima che ci andassi tu? Spero di avere l'occasione di visitarlo a breve :)
Eliana Lazzareschi Belloni
Maggio 6, 2016Te lo auguro perché è molto suggestivo.
Poi fammi sapere