Truffle experience: a caccia di tartufi in Umbria


Siete mai stati a caccia di tartufi? In Umbria ci sono delle aziende che permettono agli amanti di questo tubero di vivere una truffle experience, un’immersione nella natura per osservare i cani da tartufo durante la loro ricerca. È senz’altro un modo interessante per approfondire le proprie conoscenze sul mondo di questi pregiati prodotti e per fare incetta di sapori.

 

degustazione di tartufi

 

Anche se il mio fisico lo nasconde bene, sono una buona forchetta e mi piace scoprire un territorio attraverso i sapori che lo contraddistinguono. E in Italia siamo fortunati, si sa: tradizione e cultura si legano indissolubilmente e vengono espresse attraverso piatti tipici che racchiudono aromi e profumi unici.
E quando penso all’Umbria mi vengono in mente il tartufo, l’olio e le lenticchie.

Potete immaginare quindi con quanto entusiasmo io abbia accolto l’invito a fare questa truffle Experience in Umbria, precisamente a Trevi, nella Tenuta di San Pietro a Pettine, azienda agricola specializzata in tartufi dal 1948.

 

Tenuta San Pietro a Pettine

Ph: Alessandro Biti

Tenuta San Pietro a Pettine

A caccia di tartufi in Umbria: il mio racconto

Il nostro tour nella tenuta inizia nella chiesa di origine romanica, luogo in cui San Francesco era solito fare tappa quando da Assisi partiva diretto a Roma. In un angolo di questo edificio religioso c’è un dipinto che ritrae San Pietro, santo che ha dato il nome alla località e di conseguenza anche all’azienda.

La chiesa ospita degli affreschi che sono stati attribuiti a degli allievi di Giotto, che tuttora è possibile ammirare nella loro bellezza originale perché gli interventi di restauro non hanno aggiunto colore.

Tartufi. Ho scoperto di saperne davvero poco al riguardo (della serie: sono buoni, costano tanto e si trovano sotto terra), forse anche per questa ragione la mattinata si è rivelata particolarmente interessante.

Sapevate per esempio che il tartufo è un tubero, anche se viene associato a un fungo perché rilascia delle spore nel sottosuolo? Che cresce nelle immediate vicinanze delle radici di specifici alberi? E che per avere un ottimo tartufo serve un perfetto equilibrio fra pioggia e sole?

Ero a conoscenza, invece, che non cresce ovunque ma solo in luoghi in cui si manifestano le condizioni necessarie che ne favoriscono la crescita. In Italia abbiamo le qualità migliori, seguono poi alcune zone della Francia, la Spagna e alcuni Paesi Balcanici.

Dopo averci svelato i segreti e molte curiosità sui tartufi, Andrea ci presenta Bruno, cavatore da cinquanta anni. Partiamo a caccia di scorzoni (i i tartufi estivi), seguendo anche Pucci ed Enea, i suoi cani da tartufo.

 

cavatore e cani da tartufo

Bruno con Enea e Pucci

È nella natura che inizia tutto, in questo bosco caratterizzato da alberi secolari in cui è così importante l’alternarsi delle stagioni.

Abbiamo la fortuna di scoprire lo speciale rapporto che lega i due cani al loro padrone. Sono addestrati dal cavatore affinché questi consegnino il tartufo senza morderlo o graffiarlo, in quanto i tartufi rovinati valgono di meno sul mercato e il cavatore è una sorta di “freelance” che vende il bottino alle varie aziende.

Ho scoperto anche che quando i cani trovano il tartufo, il cavatore deve richiudere la buca, altrimenti si disperdono le spore che consentiranno la crescita di un nuovo tubero.

E Pucci ed Enea sono allegri, buoni (si fanno accarezzare), giocherelloni e gioiosi (forse in ciò è complice il fatto che Bruno li premi con i tortellini). 

Degustazione di tartufi: 

Dopo la battuta di caccia torniamo al ristorante. A fare da cornice a questo luogo di per sé già bello è la campagna umbra, che si srotola a perdita d’occhio e sul lato sinistro Trevi, orgogliosamente acchiocciolata su una collina.

All’una in punto Andrea ci invita ad accomodarci all’interno. È arrivato il momento di coronare la mattinata ne La Cucina di San Pietro a Pettine. Protagonista indiscusso il tartufo, che esalta la genuinità e l’autenticità dei piatti proposti dallo chef, il tutto accompagnato con un ottimo vino bianco. 

 

La Cucina San Pietro a Pettine

 

pranzo nella Tenuta San Pietro a Pettine

Ph: Alessandro Biti

La cucina San Pietro a Pettine

 

Ogni piatto racconta l’amore di un territorio, la storia di passione di questa famiglia, di Teresa e Quintilina, le due donne che nel ‘900 aprirono la loro “bottega con cucina”, di Nello Caporicci, figlio di Quintilina, che nel 1948 avviò un laboratorio per la trasformazione del tartufo e dei figli e dei nipoti che oggi continuano a preservare queste antiche tradizioni.

Lascio che siano le foto a farvi intuire la bontà di ciò che abbiamo mangiato.

 

burrata con tartufo

 

burrata con tartufo

Burrata con olio evo e spolverata di tartufo (per me che sono vegetariana)

uovo occhio di bue con tartufo

Uovo all’occhio di bue con tartufo

spaghetti con tartufo

Spaghetti con pesto di prezzemolo e mandorle e tartufo scottato in padella (una delle cose più buone che io abbia mai mangiato)

gelato con frutti di bosco

Gelato fior di latte con frutti rossi e crumble di biscotti al farro (super leggero ma allo stesso tempo goloso)

 

Ecco, se state cercando un’azienda che vi faccia vivere l’esperienza di una caccia ai tartufi in Umbria, San Pietro a Pettine è il luogo che fa per voi!

 

 

 

 

Articolo scritto in collaborazione con Igers Umbria, Igers Perugia e Tenuta San Pietro a Pettine


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Eliana Lazzareschi Belloni
About me

Web content writer, viaggiatrice, social media manager. Viaggio con il corpo, la mente e lo spirito. Adoro la natura, i suoi colori e i suoi profumi. Mi piace leggere, ascoltare e immaginare.

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