Trekking sulla cima del Redentore dei Monti Aurunci
La cima del Redentore si trova a 1252 metri ed è sormontata dall’omonima statua. In questo articolo vi descrivo il percorso che conduce qui, dandovi tutte le informazioni per effettuare il suggestivo percorso di San Michele.
In occasione del WorldWide Instameet, il 9 settembre Igerslatina ha organizzato una bellissima escursione nel comune di Formia (provincia di Latina). L’ente del Parco Naturale dei Monti Aurunci ci ha accompagnato lungo i fianchi di questi monti, in questo angolo del Lazio che ignoravo, ma che non ha tardato a conquistarmi.
Siamo partiti dal Rifugio Pornito (810 m), che si raggiunge in macchina arrivando da Formia e proseguendo in direzione del borgo di Maranola (seguendo le indicazioni “Statua del Cristo Redentore”).
Descrizione del percorso fino all’Eremo di San Michele Arcangelo:
I Monti Aurunci offrono, a tutti gli appassionati del trekking e della natura, questo affascinante percorso di interesse religioso, paesaggistico e ambientale che si snoda attraverso splendidi scenari naturali.
Il sentiero di San Michele è nato per trasportare a spalla la statua dell’omonimo santo.
Il punto di partenza del percorso escursionistico è il rifugio Pornito e da qui si sale lungo il versante meridionale del Monte Altino, seguendo il tracciato n° 60.
Lo sguardo spazia fra le brulle pietraie, regalando suggestivi scorci sul litorale di Formia. La vista viene premiata, rapita a ogni tornante.
La vegetazione del parco è costituita per lo più da bassi cespugli di elicriso, felci e salvia, che punteggiano i crinali dei monti.
Roccia Spaccata
Continuiamo a salire e il panorama è sovrastato dalla Roccia Laolatra, una bellissima parete di roccia calcarea, protagonista di quasi tutto il percorso.
Lungo il sentiero notiamo delle rocce squadrate, dove i pellegrini – durante il trasporto – poggiano la statua per riposarsi o per darsi il cambio.
Salendo progressivamente, raggiungiamo una croce a quota 943 s.l.m. e più su (a 1087 s.l.m.) troviamo la statua della Madonna su uno sperone di roccia, ammantata dalla foschia.
Il tempo è instabile, incerto e le nuvole iniziano a salire dal mare. Il paesaggio cambia lentamente colori e assume un alone di mistero.
Arriviamo poi all’eremo di San Michele Arcangelo, una chiesa rupestre incavata nella roccia a 1220 m. Fu costruita nell’830, ma il santuario, così come lo vediamo oggi, venne costruito alla fine del XIX secolo. Lo stile neogotico della facciata, infatti, risale a quel periodo.
È un luogo magico, che ricorda una “piccola Petra”, ma richiama anche i luoghi incantati de “Il signore degli anelli”.
All’interno della chiesa si trova una sorgente, che serve a dissetare i pellegrini al termine del trasporto. La posizione della cappella è stata ricavata all’interno di una grotta.
La statua di San Michele viene trasportata dalla chiesa dell’Annunziata di Maranola. Il trasporto avviene tutti gli anni la domenica successiva al 13 di giugno con una solenne processione. La statua viene poi riportata al paese l’ultima domenica di settembre.
Descrizione del percorso fino alla Cima del Redentore:
Dall’eremo di San Michele Arcangelo riprendiamo il cammino lungo il sentiero del Redentore, che ci conduce alla Sella Sola.
Nel frattempo ci ritroviamo avvolti da una fitta nebbia. Fascia le cime dei monti, si allunga prepotentemente sul percorso, serpeggia fra gli alberi.
Sulla destra avvistiamo il monte con la cappelletta, su cui si staglia la statua del Redentore, svettando superba fra il bianco della nebbia.
È di bronzo e pesa 21 quintali. Nel 1907 fu restaurata e ricollocata sul tetto della cappella dopo essere stata colpita da un fulmine.
Da qui la vista spazia sul golfo di Gaeta e di solito si può godere di un panorama che abbraccia il Vesuvio e il Circeo, ma la foschia ci sottrae questa bellezza naturale. Poi si assottiglia, si dissolve lentamente come un velo che viene rimosso, svelando timidamente i contorni azzurrognoli del mare e della costa alle pendici dei monti.
Informazioni tecniche:
Durata del percorso: h 2, 5
Lunghezza: 4 km
Dislivello: 442 m.
Difficoltà: il sentiero non presenta particolari difficoltà e si adatta anche alle famiglie, data la buona tenuta e le indicazioni.
Al ritorno veniamo accolti da una degustazione di prodotti locali, offerti dal rifugio Pornito. Assaggiamo il miele di erica, che si sposa perfettamente con i formaggi di pecora.
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- September 12, 2017
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- escursioni, Lazio