Un tuffo fra i sapori della Food Valley italiana
Distese piatte con filari di pioppi e poi colline dai pendii morbidi, castelli medievali abbarbicati sui colli e rocche austere. Questo è lo scenario suggestivo della Food Valley italiana, terra di tesori storici e paesaggistici che un tempo sono appartenuti al Ducato di Parma.
Domenica si è svolto il Food Valley blog tour, un percorso alla scoperta delle eccellenze gastronomiche dei prodotti DOP di Parma e dei suoi territori. Un’esperienza che ho potuto vivere grazie a SQcuola di Blog e Gruppo Len, al patrocinio del Comune di Parma e alla collaborazione del Club di prodotto Parma nel cuore del gusto.
In qualità di blogger, io e tanti altri ragazzi provenienti da tutta Italia, siamo stati ospiti di alcune aziende agricole del territorio.
Facciamo un passo indietro. A febbraio sono stata ammessa al master in Social Media Marketing di Scuola di Blog e lo scorso weekend si sono tenuti gli #SBDawards con la presentazione dei nostri Project Work.
Il blog tour, dunque, è stato l’evento conclusivo del weekend, che era iniziato con un convegno intitolato ‘Vivere, gustare e raccontare il territorio: dalla narrazione al rapporto con il cliente’.
Come molti di voi sapranno, sono da sempre appassionata di sostenibilità ed ecologia, quindi l’esperienza si è rivelata molto formativa.
La prima tappa del blog tour è stata il Caseificio Santo Stefano, dove abbiamo osservato la produzione del Parmigiano Reggiano e carpito importanti segreti della sua lavorazione.
foto scattata da Eliana Pitti
La zona di produzione del Parmigiano Reggiano ricopre ben tre province: Parma, Modena e Reggio Emilia. I caseifici associati al consorzio sono oltre 360.
Ci troviamo nel cuore della Food Valley italiana, rinomata anche per i suoi tesori gastronomici. Qui i sapori autentici dei prodotti si fondono sapientemente con la passione e la maestria degli agricoltori e degli allevatori.
Appena entrati nel caseificio, siamo stati avvolti da un intenso odore di latte e dall’aroma di formaggio che tanto caratterizza questo prodotto.
La lunga stagionatura ha lo scopo di esaltarne il sapore. Quella minima è di 12 mesi, poi intervengono gli esperti del Consorzio di tutela, i quali decidono se il prodotto è idoneo per una stagionatura più lunga (si va anche oltre i 30 mesi). Solo quelli che superano la selezione riceveranno il marchio indelebile a fuoco, il sigillo del “re dei formaggi“.
Caldaie profonde in rame scaldano il latte. Occorrono circa 600 litri per ricavare una forma di formaggio.
Secondo un rituale antico e lento, il paziente casaro controlla la temperatura del formaggio con le proprie mani. Non esistono macchine che possano sostituire il suo lavoro e questo garantisce la qualità del prodotto, che viene realizzato senza l’aggiunta di additivi e conservanti.
Dopo la cottura, le forme vengono avvolte in teli di lino, divise in due e poi trasferite negli stampi con le fascere, che daranno loro la forma definitiva. Sulla marchiatura compaiono un numero progressivo, la data di produzione e il luogo.
La stagionatura ottimale è quella compresa fra i 24-28 mesi, per questa ragione è anche quella più commercializzata.
Abbiamo continuato il tour al prosciuttificio La Perla. Essendo vegetariana, non ho degustato il ricco banchetto di affettati, ma i miei compagni ne hanno decantato la bontà e il profumo.
Qui ho scoperto però che il Parmigiano Reggiano e la glassa di aceto balsamico sono un abbinamento delizioso e inebriante.
Infine, abbiamo fatto visita all’azienda vitivinicola Palazzo, situata sui dolci pendii delle colline parmensi, sospesi nel silenzio e nei profumi della Val Baganza.
25 ettari di vigneti coltivati con il sistema della lotta integrata, una tecnica di produzione agricola a basso impatto ambientale perché prevede la drastica riduzione – o la totale assenza – dell’uso dei fitofarmaci.
Presso l’azienda abbiamo degustato tortelli alla ricotta e spinaci, conditi con burro fuso e Parmigiano Reggiano. Il tutto accompagnato da Pinot nero e chardonnay e Malvasia. Non sono un’esperta di vini, ma osservare il calice con quel liquido trasparente, irradiato da leggere sfumature di rosa e oro, era davvero un piacere per la vista. Ovviamente anche il palato ha gradito moltissimo.
Un viaggio attraverso antiche tradizioni che spesso ignoriamo, ma che in realtà costituiscono un timbro di qualità della nostra italianità.
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- May 11, 2016
- 8 Comments
- cibo vegetariano, tour enogastronomico, vegetariani
Paola
Maggio 11, 2016Ciao, è possibile visitare le aziende di cui hai parlato o erano aperte solo x il blog tour? Grazie P.
Eliana Lazzareschi Belloni
Maggio 11, 2016Ciao Paola, certo. L'azienda agricola Palazzo e il prosciuttificio La Perla hanno anche il ristorante. Per le visite guidate rivolgiti a loro, li trovi su google. Fammi sapere se preferisci che ti mandi un'email con i link dei loro siti.
Lucrezia & Stefano - In World's Shoes
Maggio 11, 2016Interessantissimo questo blog tour alla scoperta dei sapori e delle tradizioni del territorio.
E' così bello scoprire come vengono lavorati e conservati i prodotti che caratterizzano il nostro paese!
Ottime foto, invogliano tantissimo a capirne di più e soprattutto a mangiarne di più! :D
Un bacione :)
Eliana Lazzareschi Belloni
Maggio 11, 2016Non sai che gioia scoprire questi territori e poi è stato molto istruttivo. Ignoravo tante cose sul Parmigiano Reggiano. Poi mi piace sempre scoprire queste realtà rurali, combinare il turismo con il valore dei prodotti che caratterizzano un luogo.
Un abbraccio :-*
Giuseppe Porfido
Maggio 11, 2016Descrizione perfetta !! Brava . Ad majora!
Eliana Lazzareschi Belloni
Maggio 11, 2016Grazie mille Giuseppe! A presto.