Come ho superato le mie paure in Cina
Sembra strano dirlo, ma ho superato le mie paure in Cina. È un paese che spaventa, atterrisce, ti schiaccia sotto la morsa di una nazione in evoluzione, in una febbrile e continua trasformazione. Credo che sia il posto giusto dove misurare le proprie capacità di adattamento, di tolleranza e di apertura verso ciò che non conosciamo o non comprendiamo ancora.
La Cina è stato il primo paese che i miei piedi hanno sfiorato in solitaria. Ricordo ancora quanto mi sia costata la scelta di trasferirmi: avevo paura, ero terrorizzata all’idea di vivere da sola, io che ero abituata ad avere i miei tre fratelli sempre intorno, io che avevo sempre qualcuno su cui contare e con una risposta a tutti i miei dilemmi e, ahimè, ne ho continuamente.
Quanto mi è pesato salire su quell’aereo, sopportare undici ore di volo in cui ho rivisto ventitré anni della mia vita scorrere silenziosamente, avvolgersi come un vecchio rullino fotografico. Quelle ore avrebbero segnato il distacco fisico dalle persone che amavo e che mi avevano accompagnato lungo il mio cammino. Da quel momento in poi sarei stata sola, io con tutti i miei dubbi, timori, ansie; io con i miei obiettivi.
Non volevo deludere nessuno, ma soprattutto me stessa.
Quel volo erano le ali dei miei sogni che mi stavano portando lontana, ma io ancora non lo sapevo.
La paura si scatena nel momento in cui perdiamo sicurezza, quando subentra l’incertezza e sappiamo di non avere più nulla sotto controllo. D’altronde non è quel bisogno di sicurezza che ci spinge ad accoccolarci nella nostra zona di comfort?
Io ero consapevole delle mie paure, mi ci sono esposta volontariamente proprio per superarle. I miei genitori mi hanno sempre insegnato a combatterle e a non lasciarmi incatenare da esse, quindi mi sono buttata comunque verso l’ignoto, convinta che ne avrei beneficiato in termini di crescita personale.
Non sapevo cosa aspettarmi, non avevo mai vissuto all’estero da sola. Avevo alle spalle un’esperienza con la mia famiglia a Bruxelles, ma allora ero una bambina e miei genitori mi avevano protetta da ogni tipo di trauma.
La Cina mi ha insegnato molto, mi sono abbandonata ad essa, ho lasciato fluire tutte le paure perché è impossibile eliminarle tutte insieme nello stesso momento, ci vuole tempo, pazienza. Avevo paura di ritrovarmi ad affrontare una quotidianità nuova, in un paese nuovo.
Sono partita e ho iniziato a combattere, ad allontanare da me quei timori giorno per giorno, con molti altri ho convissuto, imparando ad accettarli con serenità.
Il fatto di riuscire a vedere che puoi cavartela in qualsiasi situazione ti dona un senso di potenza straordinario ed è grandioso poter respirare quel tipo di energia dentro di te. Mi rendo conto che la società in cui viviamo non fa altro che calpestare questo nostro potere creativo e quindi spesso ci sentiamo troppo fragili per molte imprese che vorremmo compiere, ma non è così. Dobbiamo lottare per tirare fuori il nostro potenziale e credere in noi, in qualsiasi nostra azione.
All’inizio ero timida, insicura del mio cinese, del mio inglese, ma proprio per questo desideravo migliorare e mi sono circondata di ragazzi stranieri. Ho conosciuto persone da ogni angolo del mondo. Ne parlavo giusto qualche giorno fa con una mia amica coreana, mia compagna di classe durante i corsi che ho frequentato a Pechino. Dicevamo che tutte le persone che abbiamo conosciuto in quel periodo hanno qualcosa di particolare che le rende persone uniche nel loro genere. “Sono tutti viaggiatori”, ho risposto io.
Persone aperte, intraprendenti, sognatori. Ognuno di loro mi ha trasmesso qualcosa. Alcuni sono rientrati nel proprio paese e hanno avviato le loro attività imprenditoriali o fondato start-up, altri continuano a viaggiare, ad attraversare il mondo, altri ancora sono rimasti in Cina.
La Cina è il paese in cui mi sono sentita profondamente sola, una formichina minuscola in una fiumana di persone che ti ignorano o ti scrutano con troppo interesse perché tu sei diverso, sei occidentale e loro ne hanno visti ancora pochi. E convivere con quegli sguardi addosso, che sembrano penetrarti la carne, a volte è davvero frustrante.
Ho fatto così i conti con me stessa, con la parte di noi che spesso non vogliamo ascoltare perché sentirci soli ci fa paura, affrontare quella nostra fragilità fa paura.
Ci sono ancora tantissime cose che devo imparare, il nostro cammino su questo pianeta è una continua evoluzione, ma posso affermare con serenità che ho superato le mie paure in Cina e lì le ho lasciate.
Ci sono viaggi e imprese che dobbiamo compiere anche solo per imparare a conoscere noi stessi.
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- September 15, 2015
- 7 Comments
- Cina
Nora
Settembre 15, 2015Sai, ti invidio molto. Sto per laurearmi anch'io in lingue orientali (giapponese) ma in questi mesi mi sto davvero chiedendo se tutto il percorso fatto mi abbia davvero portato a qualcosa. Non sono una cima in questa lingua, anzi. Ora che le cose mi sono più chiare non è nemmeno tra i miei desideri andare a risiedere per un periodo in Giappone. Non so cosa fare nel prossimo futuro, quindi invidio molto la tua esperienza. Sei riuscita a raggiungere un obiettivo e persino a superare questa paura dello stare da sola in un paese straniero, per lo più molto lontano culturalmente dal nostro. Complimenti.
Eliana Lazzareschi Belloni
Settembre 15, 2015Ciao Nora, in realtà poi sono rientrata in Europa, ho viaggiato ancora e ora sono in Italia per sviluppare alcuni progetti. Anche io ho provato le tue stesse incertezze, subito dopo essere rientrata. Ne parlerò in un altro post però, altrimenti rischio di scrivere papiri. Io ti consiglio di non fare ciò che gli altri si aspettano da te, solamente perché hai iniziato un certo percorso in cui ora non ti senti più a tuo agio. Ascolta i tuoi sogni e desideri e rincorrili. Detto così può sembrare semplicistico, se mi scrivi in privato, se ti va, ti do qualche spunto per qualche lettura interessante.
Un abbraccio!
Luna
Settembre 16, 2015Ciao, ho letto d' un fiato questo e l altro articolo riguardanti la tua esperienza in Cina. Voglio farti i complimenti, seri davvero in gamba e molto coraggiosa. Ho passato da un po il tempo dell università ( purtroppo!!) ma continuò ad avere sete di viaggi. Viaggio da quando sono piccola, ho vissuto un po qui un po lì, per il lavoro di mio padre, ora per fortuna condivido questa inesauribile passione con mio marito.. Siamo stati in Cina 2 anni fa, certo da turisti, anche se " fai da te" e Pechino ci è rimasta nel cuore. Hai ragione: è una città che atterrisce (non so come tu abbia fatto a trovartici da sola!) ma ti conquista anche con il suo fascino e tutto ciò che ha di bello e indimenticabile. Ti seguo con molto interesse, tra l altro scrivi davvero molto bene ed è un gran piacere leggeri. In bocca al lupo per tutto!
Eliana Lazzareschi Belloni
Settembre 16, 2015Ciao Luna,
grazie di cuore per il tuo commento, mi ha fatto molto piacere leggere le tue parole.
Pechino è una città che ho amato con tutte le sue contraddizioni, peccato solo per l'inquinamento, altrimenti sarei rimasta.
Grazie ancora :)
Dana
Giugno 13, 2017A tre giorni dalla mia partenza per il Canada ritrovo questo tuo articolo e fatico a trattenere le lacrime. Mi ritrovo in tutte le parole che hai scritto perché anche io parto per superare delle cose, abbattere delle paure e modificare parti di me che non mi piacciono. Parto anche per capire cosa voglio davvero questa volta. Quando hai scritto questo articolo ancora non ci conoscevamo ma sono davvero contenta che le nostre strade si siano incrociate! Un abbraccio
Eliana Lazzareschi Belloni
Giugno 14, 2017Cara Dana, vedrai che una volta che ti sarai sistemata, tutto sarà in discesa. Comprendo la tua paura e l'ansia che ti ha assalita, ma sono sicura che sarà un'esperienza meravigliosa che ti insegnerà molto e ti farà capire più cose di te. Anche io sono contenta che il web ci abbia fatte incrociare :)
In bocca al lupo per tutto! Un abbraccio forte