Villa Lante, il giardino più bello d’Italia
La Tuscia accoglie sul suo territorio due piccoli gioielli, due giardini italiani in stile manierista del XVI secolo, il Parco dei Mostri di Bomarzo e Villa Lante. Quest’ultima è stata nominata ‘Parco più bello d’Italia’ nel 2011. Oggi vi voglio portare alla scoperta delle sue bellezze, tramite alcuni miei scatti.
Se c’è una cosa che adoro, oltre al mare, sono i giardini. Verdi, ricchi di colori e profumi. È impensabile per me visitare una città senza i colori blu del mare o il verde dei parchi. Se adorate la natura, allora vi consiglio un’immersione nella Tuscia, un territorio che vi stupirà per i suoi incantevoli paesaggi, per la sua cultura, una terra non ancora asservita al turismo di massa.
Di sorprendente interesse artistico e architettonico, Villa Lante fu progettata da Jacopo Barozzi da Vignola su commissione del cardinale Gianfrancesco Gambara e i lavori terminarono intorno al 1566.
Si trova a Bagnaia, una frazione di Viterbo. Questo piccolo borgo medievale, dall’aspetto un po’ decadente, è ricco di vicoli, palazzi e una torre di straordinario fascino. Dalla piazzetta del paese, – con le facciate degli edifici che riportano antichi stemmi papali su pietra ormai logora, – si percorre una rampa di gradini che conducono a un arco. Dopo aver effettuato l’accesso, scoprirete che, ironicamente, non c’è nessuna villa. Il parco (22 ettari) che cinge questa attrazione è infatti composto da due Palazzine gemelle (Gambara e Montalto) simmetriche e di pianta quadrata, pressoché identiche, anche se furono costruite a distanza di trent’anni l’una dall’altra.
Ciò che rapisce i visitatori è il giardino con le sue fontane perfettamente integrate nel verde e i loro suggestivi giochi d’acqua. La prima è quella del Pegaso, una vasca ovale con parete di fondo nel parco pubblico. Il suo nome si deve al cavallo alato della mitologia greca che si trova al centro della vasca, circondato da quattro amorini con ali di farfalle, intenti a suonare una tromba, da cui fuoriescono zampilli d’acqua. Incastonate nella parete ci sono nove busti di Muse.
Poi ci si immerge nel Quadrato, un parterre di un verde lussureggiante. Lo sguardo si allunga verso un panorama che accoglie dolcemente la vista sull’antica cittadina, con i suoi tetti di tegole rossastre che spiccano nel cielo.
Le siepi di bosso sono sapientemente modellate per creare straordinari motivi decorativi e al loro centro si erge la monumentale Fontana dei Mori. Si tratta di quattro bacini, separati da percorsi pedonali e parapetti decorati con pigne di pietra, attraversate da rivoli di acqua. In ogni quadrante c’è una nave con un archibugero che spara acqua. Al centro si ergono quattro Mori a grandezza reale e, su due lati del quadrato che essi formano, ci sono due leoni. I Mori sospingono in alto con le loro braccia la montagna araldica con lo stemma a forma di stella dei Montalto (successori del cardinal Gambara).
Da qui il visitatore prosegue sulla collina, dove sono collocate altre fontane, attraversa la natura composta da lecci e querce e si fa rapire dallo spettacolo degli ingegnosi giochi d’acqua. Si arriva dunque a uno dei giardini a terrazza, caratteristico per le sue camelie profumate e per la Fontana dei Lumini, così chiamata perché l’acqua sgorga da fontane più piccole a forma di lucerne ad olio, poste su ciascun gradone. La vasca poggia su una parete di contenimento della collina. La bellezza di questa fontana si deve alla maestria di Tommaso da Siena, lo stesso progettista di Villa d’Este.
Si continua il percorso e si giunge alla terrazza Mensa del Cardinale, con un enorme tavolo in peperino, – utilizzato dal cardinale Gambara durante i suoi pic-nic, – con un rivolo d’acqua che scorre al suo centro.
Alle sue spalle troviamo la Fontana dei Giganti, che prende il nome dai due giganti seduti ai lati. Sono le personificazioni dei fiumi Arno e Tevere, antichi simboli delle anime della Tuscia. L’acqua scende attraverso due vasche sormontate da due chele di gambero, emblema del cardinale. Ai lati della fontana si trovano due nicchie con all’interno due statue, sono Flora e Pomona. A sormontare la fontana, c’è la balaustra dei vasi che conduce al livello superiore della collina.
La quarta terrazza è composta dalla Fontana della Catena, un ruscello che s’insinua in una tumultuosa discesa fra i gradini di pietra, seguendo il pendio del terreno e formando piccole e graziose cascate, collegando il terrazzamento della Fontana dei Giganti con quella dei Delfini. Questo gioco d’acqua era frequente in epoca rinascimentale.
Arriviamo infine a un’altra terrazza, quella appunto con la Fontana dei Delfini che, proprio come suggerisce il nome, è costituita da vasche degradanti con sedici delfini ai vertici della base ottagonale. Dopo questa fontana, si giunge a quella del Diluvio, dove tre cavernette di mattoncini sono incastonate nel verde smeraldo delle felci e del muschio, che crescono avvinghiati alla roccia dei grottini.
Questa è una vaga descrizione di ciò che troverete in questo giardino con i suoi dedali geometrici, gli argentati zampilli e il dolce scrosciare dell’acqua fra la roccia, ma sono sicura non ne rimarrete delusi.
L’ingresso al parco è gratuito, mentre il biglietto per entrare a Villa Lante costa 5 euro (€ 2,50 ridotto).
Villa Lante resta chiusa il lunedì.
Ingresso gratuito ogni prima domenica del mese.
Trovate gli orari qui.
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- September 5, 2015
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- Bagnaia, giardini, parco, tuscia, Villa Lante
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